News del 22/10/2012
Federfarma, Assofarm, ADF e Federfarma Servizi, con presa d’atto della Fofi, hanno siglato con Aifa una ipotesi di accordo con riserva di approvazione da parte dei rispettivi organi collegiali.
E’ prevista una quota fissa di 2 euro per confezione al netto dell’IVA. Tale importo aumenta del 18% per le farmacie rurali sussidiate con fatturato inferiore a 387.342,67 euro e del 17,5% per tutte le farmacie con fatturato inferiore a 258.228,45 euro.
C’è poi una quota premiale di 0,10 euro per confezione al netto dell’IVA per i farmaci generici o a brevetto scaduto con prezzo allineato al prezzo di riferimento.
Infine una quota proporzionale fissata nel 3,30% del pre
zzo ex facotory di ogni singola confezione, sempre al netto dell’IVA
A seguito dell’introduzione del nuovo sistema di remunerazione saranno aggiornati con nuovi prezzi dei medicinali a partire dal 1 gennaio 2013.
L’ipotesi è ora al vaglio degli organi collegiali delle organizzazioni firmatarie per l’approvazione. Il 23 ottobre è stata convocata l’assemblea nazionale di Federfarma. Successivamente l’Aifa, dopo una valutazione tecnica con i rappresentanti delle Regioni, invierà il testo al Ministero della salute che dovrà emanare, di concerto con il Ministero dell’economia, il decreto attuativo, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni.
F. Caprino, presidente di Federfarma Lazio in merito all’accordo raggiunto dice: «Sono ancora in corso le simulazioni, ma dai primi rilievi fatti dai nostri commercialisti le ricadute sono pessime per la farmacia». Il nuovo sistema, spiega Caprino «è fortemente penalizzante per i farmaci sopra gli 8 euro, riducendone notevolmente il margine. In più» continua «svincola la farmacia dal prezzo del farmaco perdendo ogni aggancio con l’economia reale e con il valore del bene ceduto sia per quanto riguarda il Ssn sia per la vendita al pubblico». Il problema, secondo il presidente di Federfarma Lazio, risiede nel valore della quota proporzionale, 3,3%, troppo basso, «per cui la vendita di un farmaco di circa 100 euro porterà un utile di circa 4 euro senza considerare gli interessi passivi».
«Non si comprende perché mai le regioni possano acquistare i farmaci direttamente dalle aziende farmaceutiche con uno sconto di almeno il 50%, mentre per quelli distribuiti dalle farmacie debba pagare alle stesse aziende farmaceutiche un importo pari al 65% del prezzo dei farmaci»